IL PROTOCOLLO DI KYOTO - KEEP COOL

© Gianpiero Faedda

 
sFacoltà di Architettura di Alghero
Corso in Pianificazione Urbana Territoriale Ambientale
II ANNO - V Blocco - ECONOMIA AMBIENTALE
Docente: Prof. Valentina Bosetti
Studente: Gianpiero Faedda

United Nations Framework Convention on Climate Change

 
IL PROTOCOLLO DI KYOTO E LA POSIZIONE DEGLI USA

ll “Protocollo di Kyoto” ,nasce nel 1997, e si può definire come la pietra miliare nelle politiche internazionali di clima. Esso ha il compito di fare in modo che i paesi industrializzati ( Unione Europea, USA, Canada, Giappone,ecc.) e le economie in via di transizione ( G77/Cina) riducano  le emissioni di gas serra ( in primo luogo l’ anidride carbonica), principale causa del riscaldamento globale del nostro pianeta, e dei mutamenti climatici di esso.
Si è stabilito che entro il 2008/2012 ,i paesi che hanno ratificato il protocollo, riducano le emissioni di gas che favoriscono l’ “effetto serra” ( CO2, metano, ossidi di azoto,  ecc) del 5,2%, cioè ai livelli del 1990, a tale vincolo non sono costretti ad aderire i paesi del terzo mondo, per non ostacolare o danneggiare lo sviluppo delle loro economie.
A fatto molto scalpore il fatto che gli Stati Uniti, principale paese produttore di gas serra al mondo, con emissioni superiori al 20%, non abbia firmato il trattato. La politica ambientale dell’ amministrazione Bush, piuttosto che indirizzarsi verso l’ adozione e lo sviluppo di metodi di produzione di energia di tipo rinnovabile, ecc. a preferito servire gli interessi delle grandi compagnie petrolifere ( per esempio sono state avviate nuove perforazioni alla ricerca di giacimenti di idrocarburi in Alaska, in regioni molto importanti dal punto di vista ambientale ed ecosistemico), e delle grandi multinazionali, affermando che comunque abbatterà l’ inquinamento attraverso una maggiore efficienza nella produzione di risorse, ciò però non potrà ridurre in alcun modo le emissioni di gas dannosi, perché l’ incremento dell’ efficienza origina un’ aumento dell’ offerta della risorsa presa in esame ( es. petrolio), e quindi, l’ abbassamento del suo costo, che di conseguenza ne aumenta il potere d’ acquisto ( le persone che possono acquistare un determinato bene accrescono perché il suo costo è stato ridotto).
La gran parte degli ambientalisti e degli ecologisti dichiara che gli USA dovranno prima o poi porre fine alla loro politica ambientale egoista e cinica, poiché le conseguenze di essa non sono lontane a verificarsi.  

 
KEEP COOL

L' esperimento di Keep Cool è stato fatto formando 6 squadre, ognuna delle quali rappresentava un gruppo di paesi ( UE, USA, Tiger Countries, Federazione Russa, paesi in via di sviluppo), il cui scopo era quello di riuscire a diminuire le emissioni di gas serra, e altri inquinanti, mediante accordi, ecc.
Il gioco consisteva che ogni squadra, a turno, prendesse una carta senza saperne il contenuto, esso poteva danneggiare la squadra che aveva pescato la carta, danneggiare le squadre avversarie, o recare danno a tutti i giocatori, per esempio con un disastro nucleare.
Le squadre che giocano possono decidere, di perseguire una politica ambientale sostenibile ( sviluppo di industrie poco inquinanti, ma costose), oppure l’ installazione di fabbriche inquinanti, ma economiche, questo causa una diminuzione, o viceversa, un aumento nell’ atmosfera di gas inquinanti, che vengono rappresentati  dai carbonchip.
Durante lo svolgimento del gioco, ogni squadra ha seguito i propri interessi politici ed economici, danneggiando in qualche caso i paesi avversari, soprattutto quelli in via di sviluppo, invece di seguire un sistema di cooperazione che portasse alla riduzione delle emissioni di CO2.
Il gioco è terminato sfavorevolmente, infatti, l’ ultima carta estratta riportava il contenuto: “disastro globale”, il quale ha danneggiato ulteriormente l’ esito del gioco.